Paralisi facciale

Il nervo facciale, settimo paio di nervi cranici, è un nervo motorio, che presiede alla motilità della metà faccia omolaterale. Controlla inoltre funzioni quali lacrimazione, parte della salivazione e la sensibilità gustativa dei 2/3 anteriori della emilingua corrispondente.

Nel suo tratto intracranico il nervo decorre dalla superficie del tronco encefalico, ove ha la sua origine apparente,sino all'osso temporale. Qui passa all'interno di un canale osseo, ove è in stretta contiguità con il nervo acustico. Il nervo facciale è suddivisibile in tre ulteriori porzioni (labirintica, timpanica e mastoidea). Il tratto extracranico, che origina a livello del forame stilomastoideo, dopo alcuni centimetri si getta nella ghiandola parotide ove forma la c.d. zampa d’oca ramificandosi e distribuendosi con vari rami alla muscolatura dell'emifaccia.

EZIOLOGIA DELLA PARALISI
Le patologie che possono interessare il nervo facciale possono essere suddivise in 5 gruppi principali:
-congenite;
-infiammatorie  (maggior parte);
-iatrogene (causate da interventi chirurgici a carico dell'orecchio medio e/o interno, della base cranica e della parotide);
-traumatiche;
-neurologiche (per lo più paralisi centrali);
-tumorali.

PARALISI INFIAMMATORIE

Tra le cause infiammatorie la più frequente è senz'altro quella idiopatica (paralisi di Bell), erroneamente definita "da freddo", causata probabilmente da un'infezione da virus dell'herpex simplex. La terapia si basa sulla somministrazione di cortisonici ed antivirali, da effettuare nei primi giorni successivi all'insorgenza della paralisi. Nella maggior parte dei casi si assiste ad un buon recupero della funzionalità del nervo.

Più raramente il virus responsabile della paralisi è quello dell'herpes zoster. In questo caso il deficit del nervo è spesso associato a calo uditivo, vertigini ed una dolorosa eruzione cutanea a livello della conca auricolare e della metà del palato. Sempre da causa infiammatoria sono le paralisi che si verificano in seguito a processi otitici. Nel caso di otiti medie acute la terapia è soltanto medica, e l'unico ausilio che può venire dalla chirurgia è quello dell'inserimento di un tubicino attraverso la membrana timpanica (drenaggio transtimpanico) tale da favorire l'evacuazione del pus e l'azione dei medicamenti per via locale. I pazienti affetti da paralisi insorte a causa di otiti croniche devono invece essere sottoposti ad intervento chirurgico (timpanoplastica).

Quest'ultimo non è finalizzato ad alcuna manovra specifica a carico del nervo, bensì alla eradicazione dell'infezione. La paralisi del facciale può insorgere anche nel corso di un'otite maligna esterna. Si tratta di una grave infezione, particolarmente dolorosa, a partenza dal condotto uditivo esterno con possibilità di estensione a tutta la base del cranio. Interessa soprattutto soggetti diabetici o comunque defedati e va trattata con particolari antibiotici da somministrare per settimane e/o mesi, terapia locale, controllo dei valori glicemici e, quando possibile, terapia iperbarica. La sospensione del trattamento deve essere guidata non dalla risoluzione della sintomatologia, bensì dalla normalizzazione di alcuni esami di medicina nucleare.

Paralisi faccialeDIAGNOSI DELLA PARALISI FACCIALE

In presenza di una paralisi del facciale è fondamentale consultare subito un otorinolaringoiatra che si interessi in maniera specifica delle patologie dell'orecchio e della base del cranio. Eventuali terapie, sia mediche che chirurgiche, hanno infatti un risultato tanto migliore quanto prima vengano instaurate. Una volta valutata l'obiettività otoscopica, parotidea, e degli altri nervi cranici è quindi necessario effettuare alcune indagini strumentali (esame audiometrico ed impedenzometrico) e radiologiche (TC e RM) a seconda delle indicazioni del singolo caso.

La valutazione radiologica è particolarmente importante in quanto permette di confermare od escludere la presenza di lesioni quali tumori o fratture, ed al tempo stesso di localizzare esattamente la sede dell'eventuale lesione. A parte casi particolari la Tomografia Computerizzata e la Risonanza Magnetica sono spesso complementari, essendo la prima più specifica per lo studio dell'osso, e quindi del tratto intratemporale del facciale, e la seconda per quello dei tessuti molli. Uno studio neurofisiologico con elettromiografia ed elettroneurografia del faciale sarà utile per valutare l’entità del danno e prevedere la velocità del recupero.

PROGNOSI E COMPLICANZE

Nella maggior parte dei casi la guarigione inizia entro 2-3 settimane, e si completa al massimo entro 9 settimane. Il recupero completo si verifica nel 75-90 % dei casi. Nel 15-20% dei casi, l’evoluzione è complicata con lo sviluppo di esiti. Gli esiti più comuni sono rappresentati da: contrazioni muscolari inappropriate causate da una riparazione alterata del nervo; lt emispasmo faciale post-paralitico e la "sindrome delle lacrime di coccodrillo", caratterizzata dalla presenza di secrezione lacrimale durante l’assunzione di cibo